Educare all'amore: necessario ma possibile? di Tiziana Palmieri


Condividi il link

Categorie: Attualità   Società  

"Oggi si parla di crisi educativa, evidente da alcuni indici, come la percentuale di disagio psicologico tra i giovani e il numero di NEET (Not in Education, Employement or Training). Si tratta di una fatica a maturare un rapporto positivo con il Sè (disagio) e con la realtà (NEET)" - ha esordito così don Alberto Frigerio, invitato il 5 aprile dal Centro Culturale di Catania e dalla Fondazione Francesco Ventorino a parlare sul tema "Educare all'amore: necessario ma possibile?".
Don Alberto Frigerio, sacerdote ambrosiano, medico e professore di bioetica, ha messo il dito in molte ferite aperte, davanti a un uditorio numeroso e attento. Ha parlato, infatti, di emergenza educativa, ma anche di cambiamento dell'approccio alla sessualità da parte dei giovani. In particolare, assistiamo - ha specificato - da una parte, alla fluidificazione dell'orientamento sessuale (erranza tra lui/lei), causata da crisi della famiglia, libertà concepita come assoluto, sviluppo della mentalità consumistica, civiltà delle reti (che valorizza la dimensione psichica a detrimento di quella corporea), dall'altra, a uno sperimentalismo sessuale (es. friends with benefits/iniziazione sessuale precoce...). La traduzione immediata degli affetti in agito sessuale non consente una distesa costruzione identitaria del sé.
Ma quali sono le cause di questa crisi?
La risposta è arrivata puntuale: "La prima riguarda l'oggetto dell'educazione. Il relativismo culturale oblitera l'oggetto stesso dell'educazione, la realtà. Non si ammette, cioè, la possibilità di rinvenire un dato di senso cui introdurre. Si rimuove l'oggetto dell'educazione e questa viene ridotta a istruzioni specialistiche senza un orizzonte di senso. La famiglia rinuncia a introdurre ai significati essenziali del vivere, nascere, amare, convivere in società e morire."
"La seconda causa - ha continuato - riguarda il soggetto dell'educazione, proprio la famiglia. Oggi ci sono molti modelli familiari e si verifica una preponderanza della figura materna rispetto alla figura paterna, per un'evaporazione del padre. Senz'altro è positivo che il padre oggi sia affettivamente più empatico e la madre abbia anche una funzione orientativa oltre a quella dell'accudimento, ma in generale la funzione dell'accudimento sta prevalendo su quella dell'orientamento. Per non scontentare i figli si rinuncia a orientarli."
L'educazione sessuale è ridotta a un modello informativo-preventivo (di eventuali effetti indesiderati, quali gravidanza e malattie), mentre abbiamo bisogno di educare all'amore. Cosa significa? Don Frigerio ha voluto sottolineare che c'è qualcosa di vero e di positivo nella moderna concezione: aver liberato da stereotipi e antiquate prospettive patriarcali gli aspetti dell'istinto e del sentimento. "Ma l'amore non è solo questo - ha affermato - La prospettiva da incoraggiare è quella personalistica. San Tommaso distingueva tra amore come forza unitiva che porta il per sempre dentro di sé e amare che implica il volere il bene dell'altro e la decisione. Quindi l'amore nasce da una simpatia ma vive nel volere il bene della persona amata."
Perché c'è bisogno di un'educazione? "Nel nostro animo sono presenti delle esigenze originali, - ha risposto - ma a livello germinale. Le evidenze hanno bisogno di essere illuminate ed educate. È come per il linguaggio: tutti abbiamo la capacità di comunicare ma essa si esplicita a seconda del contesto in cui si cresce. L'educazione è fare appello a quei criteri originali istruendoli. I tempi, è vero, sono cambiati, ma questo richiede una trasformazione da parte nostra, un adeguamento della proposta a questi tempi. Ciò che non è cambiato è, infatti, il cuore umano. I ragazzi, quando si toccano le corde dell'umano, rispondono. Ma ci vogliono luoghi e legami.
Rispondendo alle domande del pubblico, ha meglio chiarito questo aspetto: "Sarete costretti a mettere il punto interrogativo alla fine delle frasi che prima finivano con il punto esclamativo" (Nietzsche): dobbiamo fare la fatica di riguadagnare quanto abbiamo ricevuto. Con i figli non basta dire, ma occorre mostrare e partecipare una vita. Mentre l'Ulisse di Omero per sfuggire alle Sirene si fa legare e fa tappare le orecchie ai suoi uomini, in Apollonio Rodio fa cantare Orfeo per distrarsi: ecco, il cristianesimo è innalzare un canto più bello.

Scarica il pdf